Voglio condividere con voi un'esperienza particolare. Ho avuto la fortuna di fare molti concerti con le Campane Tibetane, in luoghi stupendi e per centinaia di persone. Ma c'è un luogo davvero speciale, dove ogni volta io stesso vengo rapito dalle vibrazioni e dalle mie emozioni. Sto parlando di Pistoia Sotterranea. Non era la prima volta che suonavo lì. Questa volta, sono rimasto molto tempo solo nei sotterranei, aspettando l'inizio del concerto. E la magia ha avuto inizio. Ieri, solo nel sotterraneo, con i rumori, gli odori e le sensazioni che parlavano ai miei sensi, sono stato investito dall'aria che liberamente entra ed esce, che scorre come faceva un tempo l'acqua in questo luogo antico. Dovete sapere che in queste gallerie scorreva l'acqua, la famosa Gora di Scornio. Qui fu anche costruito il Vecchio Ospedale del Ceppo, uno dei più antichi del mondo, che risale al 1200 circa. Quanta storia in questi muri... dopo la bonifica, solo negli ultimi 10 anni, sono iniziate le visite in questi luoghi. E in quel luogo sospeso, in quel tempo sospeso, sono affiorati ricordi a me cari. Mi è tornata in mente la prima volta in cui mi proposi coraggiosamente a Pistoia Sotterranea, per fare un concerto di Campane Tibetane e la Direttrice Dott.ssa Francesca Giunti, altrettanto coraggiosamente, accolse la mia proposta con entusiasmo...mi ha confessato solo recentemente, che non aveva la più pallida idea di cosa fossero le Campane Tibetane all'epoca. Ma le cose migliori forse le facciamo d'istinto. Ricordo che andai lì per un sopralluogo con una valigetta gialla, che usavo all'epoca per trasportare le campane. Ne avevo circa una decina di medie e piccole dimensioni. Erano i primi concerti della mia vita,molte cose sono accadute da allora. Moltissimi suoni hanno vibrato per me e per le persone che ho incontrato in questi anni… Ma Pistoia Sotterranea è speciale. Come dicevo, sono stato rapito dalla suggestione e dalle sensazioni uniche che quel luogo è capace di rievocare. Nelle altre occasioni però, ero rimasto in un ufficio ad aspettare l'inizio della Performance. Invece stavolta a causa di alcuni lavori all'interno, ho potuto trascorrere molto tempo solo, lì dentro, a godere del mio rituale pre-concerto, consapevole che quel posto sembra amplificare la sacralità di ogni gesto. Se chiudo gli occhi, mi rivedo come in un film. Sono solo, stendo il mio telo. Preparo il setting, le mie campane a terra ben ordinate, una vicina all'altra, così da poterle suonare in sfregamento, oppure in percussione. Accendo molte candele, adagio, una dopo l'altra tutt'intorno a me, quasi a voler portare un calore inusuale per questo luogo freddo e umido...d'inverno c'è una temperatura costante di circa 12 gradi. Accendo anche gli incensi, che colmino l'aria e accolgano le persone che si apprestano ad entrare, mentre ancora non possono nemmeno vedermi... abbracciare tutti i sensi degli spettatori è quanto di meglio posso aspettarmi da occasioni come questa. Mi sono goduto ogni momento dell'attesa, ho assaporato il gocciolare dell'acqua, che come in una grotta produce suoni ed eco liquide. Il vento si fa corrente in queste gallerie e fa danzare le fiammelle delle candele, anticipando il movimento interiore, che i suoni delle campane stanno per stimolare. Poi arrivano le persone. Circa 50, sold out anche stavolta. Cerco anzitutto di farli approcciare a questa esperienza in maniera diversa. Il suono nasce dal silenzio ed è lì che li conduco. Si parte dal silenzio di questo luogo. Ed è come se le persone allora iniziassero a respirare insieme... basta poi un semplice esercizio di attenzione al respiro, accompagnati dai primi suoni delle campane, perché tutti si rendano conto della grande differenza che c'è nel respirare consapevolmente, con il suono della campana che rilassa la mente ed inizia a vibrare sulla pelle. Dopo il concerto, le persone mi raccontano spesso dei brividi che scorrono lungo la schiena o altrove, a seconda della campana che sto suonando, ma anche del rilassamento profondo che pian piano si fa strada allentando le tensioni che ognuno si porta dietro. I bulbi oculari iniziano a rilassarsi e spesso a far lacrimare gli occhi. Poi il respiro diventa sempre più dolce, più morbido, nonostante siano appoggiati ad una sedia e non possono sdraiarsi. Ho la percezione che le persone si muovono davvero pochissimo durante il concerto, quindi per circa 30-40 minuti ci si trova rilassati e sospesi in un'immobilità esteriore insolita per la maggior parte di noi. Inizio il rilassamento guidato, con un esercizio di visualizzazione delle diverse parti del corpo, partendo dai piedi per risalire fino alla testa, mentre suono le Campane, usando tutte le loro sonorità. Dal suono più grave, che risuona nei Chakra inferiori, passo per le sonorità medie, in risonanza con le sedi delle emozioni nella zona del tronco. Fino ad arrivare a quella più acuta, che risuona nella testa e che con tutta la sua vibrante forza aiuta a rilassare la mente. A riguardo, è bene sapere che le onde sonore delle campane tibetane sono simili alle onde cerebrali, le onde Alpha e le onde Theta nello specifico, quelle che noi sperimentiamo nel dormiveglia e negli stati di Meditazione profonda. Alla fine del concerto ho sempre feedback notevoli dal pubblico. Ieri sera dopo che l'ultima campana ha smesso di vibrare, c'è stato almeno un minuto di silenzio ed immobilità... le persone non si alzavano più, non parlavano. Come di consueto, ho mostrato loro ciò che succede mettendo l'acqua dentro una campana, perché rende bene l'idea di ciò che accade ai fluidi del nostro corpo, quando lavoriamo con la vibrazione della campana, soprattutto nel massaggio sonoro. L'acqua assume due comportamenti: quello di particella e quello di onda. Possiamo infatti vedere che crea delle fontanelle che girano dalla parte esterna in senso orario, mentre all'interno della campana girano in senso antiorario, creando queste onde. Ci sono interessanti ricerche dell'università della California che mostrano scientificamente la forza delle onde energetiche che si creano nel nostro corpo durante i trattamenti sonori. In ultimo, faccio sempre provare le campane. L'esperienza in prima persona è certamente il sigillo delle emozioni provate. Molti non si rendono conto di ciò che è davvero la vibrazione...tenendo la campana in mano, il nostro palmo è come una piccola ventosa, gremita di recettori e terminazioni nervose, oltre ad essere punto di passaggio dei meridiani, che da lì scorrono lungo il braccio per portare energia al corpo. Suonando la campana nel palmo, ci si rende conto subito della potenza di questo piccolo oggetto sonoro dai poteri taumaturgici...anche stavolta il concerto ha stregato il pubblico, le campane hanno vibrato suoni per ognuno dei presenti, ma anche per me, che sono il mio più fedele paziente e il mio fidato terapeuta. Con questa condivisione, questo racconto, voglio ringraziare tutti coloro che da quando è iniziata questa splendida avventura, si sono seduti di fronte a me ed hanno permesso che tutto questo potesse accadere, crescere, vibrare. La campana tibetana è certamente uno strumento unico, ma le persone, ognuno di noi, lo è ancor di più.
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